Con il termine Neuropsicomotricità identifichiamo una disciplina terapeutico-educativa che si occupa di quei disturbi ad esordio nell’età evolutiva che interessano le diverse aree dello sviluppo; costituita da un insieme di tecniche e pratiche che utilizzano come principale strumento il gioco, considera l’individuo nella sua globalità, focalizzandosi sull’integrazione degli aspetti motori, funzionali, affettivi, relazionali e cognitivi.
Il bambino deve riscoprire il piacere di interagire con l’ambiente in cui vive e con chi è nella sua quotidianità, utilizzando gesti, movimenti e parole, anche nei casi in cui le sue capacità non rispecchino uno sviluppo armonico.
Lo strumento indispensabile è il Gioco.
Fondamentale è che inizialmente il gioco sia spontaneo, che segua le esigenze e il piacere del bambino, attraverso questo espediente far si che il bambino consolidi i suoi punti di forza, apprenda le sue capacità emergenti e affronti le difficoltà arrivando ad uno sviluppo psicofisico il più armonico possibile. Da tener sempre in considerazione sono anche l’interesse, la motivazione e l’espressività del bambino, poiché attraverso attività ludiche interessanti e motivanti il bambino apprende, conosce, comunica, instaura relazioni, esplora ed elabora emozioni, sentimenti, ansie e conflitti. Inoltre l’organizzazione e o svolgimento del gioco rendono testimonianza delle capacità di attenzione, memoria, problem solving e creatività del bambino.
Le sedute di neuropsicomotricità possono essere individuali o di gruppo, molto dipende da caso a caso, dalle esigenze dei bambini e dagli obiettivi che si sono prefissati nel piano di intervento.
L’ambiente per il bambino deve essere sicuro e positivo, deve essersi instaurato un rapporto di empatia con il terapista, poiché il bambino deve sentirsi libero di esprimere se stesso in tutte le sue sfaccettature.
Il terapista utilizzando il tempo, lo spazio, la voce e gli oggetti promuove l’AZIONE del bambino, visto come l’insieme di movimento e intelletto in vista di uno scopo concreto.
AMBITI DI INTERVENTO
L’intervento neuropsicomotorio trova particolare indicazione ed efficacia:
- nei Disturbi Neuromotori, Neuromuscolari ed Ortopedici (Paralisi Cerebrali Infantili, Distrofie, Sindromi Metaboliche, Paralisi ostetriche)
- nei Disturbi della Sfera Sensoriale ( Ipovisione, Cecità, Sordità)
- nei Disturbi dello Spettro Autistico (Disturbi Generalizzati dello Sviluppo, Sindrome di Asperger, Sindrome di Rett, ecc.)
- nelle Sindromi genetiche (Sindrome di Down, Sindrome di Williams, Sindrome dell’X-fragile, ecc.)
- nei Disturbi della Coordinazione Motoria (Disprassia Evolutiva, Disturbi Minori del Movimento )
- nei Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento (Dislessia, Discalculia, Disortografia, Disgrafia)
- nei Ritardi Psicomotori e Cognitivi
- nei Disturbi delle Funzioni Neuropsicolgiche (dell’Attenzione, della Memoria e dell’Orientamento Visuo-spaziale, ecc.)
- nei Disturbi Comportamentali (crisi di rabbia, ansia, aggressività, inibizione, instabilità)
- nei Disturbi della Sfera Emozionale (disarmonie evolutive, fragilità emotiva)
- nei Disturbi Psichiatrici (dell’Attaccamento, della Condotta, del Comportamento, dell’Umore, della Personalità)
- nelle Difficoltà Relazionali (problemi di socialità, difficoltà di separazione, crisi di abbandono, infantilismo e dipendenza dai genitori, difficoltà di inserimento scolastico)
IL NEUROPSICOMOTRICISTA
è il libero professionista/operatore sanitario che, in possesso della laurea abilitante, svolge, in ambito privato o pubblico, in collaborazione con altri professionisti dell’età evolutiva, interventi di educazione/prevenzione e riabilitazione di patologie e disturbi dell’età evolutiva (Ritardo psicomotorio, ritardi semplici e generalizzati di sviluppo, Ritardo mentale, Disturbi minori del movimento, DSA: disturbo specifico dell’apprendimento, Inibizione psicomotoria, ADHD: disturbo da deficit d’attenzione e iperattività, Autismo, patologie neuromotorie come malattie neuromuscolari, PCI e altre patologie congenite.
Come strumento principale utilizza il gioco e attua diverse strategie che permettano al bambino di potenziare i suoi punti di forza, lavorare su quelli emergenti e affrontare le sue difficoltà.
A chi si rivolge?
- AI NEONATI: per favorire l’integrazione e lo sviluppo degli apprendimenti psicologici, motori e sociali. In situazioni come: prematurità, traumi alla nascita, disfunzioni postnatali, disturbi del tono, disturbi sensoriali, disturbi della relazione.
- AI BAMBINI: per favorire la capacità di comunicazione ed espressione di sé necessarie allo sviluppo. In situazioni come: disturbi dell’apprendimento, iperattività, inibizione, goffaggine motoria, ritardo dello sviluppo, somatizzazioni, disturbo pervasivo dello sviluppo.
- AGLI ADOLESCENTI: per aiutare a vivere al meglio i cambiamenti psichici e fisici di questa età. In situazioni come: disturbi alimentari, disturbi della relazione, disturbi comportamentali e/o della personalità, depressione, dismorfofobia.
Che cosa fa?
- Attraverso osservazione e test standardizzati svolge valutazioni per individuazione dello stadio di sviluppo, a cui segue stesura di un progetto terapeutico individualizzato
- Svolge attività EDUCATIVA/ PREVENTIVA e ATTIVITA’ TERAPEUTICA utilizzando il gioco e tecniche specifiche per età e stadio di sviluppo
- Progetti Individuali o in piccolo gruppo
- Collabora con altri professionisti (Logopedista, Psicologo, Nutrizionista, Neuropsichiatra Infantile, Pet-Therapista, Fisioterapista e molti altri)
- Incontri informativo-pratici per Genitori, Insegnanti e altri professionisti
- Nelle scuole attua progetti e collabora con educatori e insegnati per integrare e potenziare le capacità del bambino e della classe
- Laboratori Psicomotori